Bastards of '69 - Green Day Tribute - La nascita dei Bastards of '69 - Green Day Tribute Band (it)

La nascita dei Bastards of '69 - Green Day Tribute Band

• martedì 30 gennaio 2018

E’ l’estate del 1994, in un garage sulle colline dell'Alto-Vicentino due ragazzini stanno palesemente rompendo le scatole a tutto il vicinato. In un caldo soffocante, il portone basculante in ferro è rigorosamente aperto, e dall’interno proviene l’inconfondibile suono di una Fender Stratocaster e di un Marshall VS100.

Uno dei due disturbatori, biondo, è alla chitarra, l’altro, capelli neri, canta, o almeno ci prova. Gli anziani di quel paesino tranquillo abbarbicato sul pendio si sporgono dai balconi per cercare di capire cosa stia succedendo. Appena risvegliati dal pisolino pomeridiano, dato il rumore assordante, forse qualcuno pensa di esser stato riportato improvvisamente in piena guerra… Qualcuno medita di scendere da quei due giovinastri dai capelli sparati e dirgliene quattro. Qualche altro semplicemente chiude la finestra sbuffando, cercando di non far caso alle note provenienti dal garage. Non riconoscono la canzone, non potrebbero farlo.

“Seventeen and strung out on confusion…” Le note sono quelle di Coming Clean dei Green Day.
Non è tornata la guerra, semplicemente è uscito Dookie, e i due ragazzini hanno letteralmente consumato l’album a furia di ascoltarlo, per godersi un disco assolutamente perfetto e per imparare i loro i brani preferiti, Basket Case, When I come Around, Welcome to Paradise, She, F.O.D....
Non c'era MTV, a quel tempo, Internet era praticamente appena nato e non lo sapevamo usare, quindi le uniche immagini di Billie Joe e soci erano quelle in 3° di copertina. Osservando le foto, quelle facce pulite ma punk, ribelli, non era facile credere che quei tre sbarbatelli avevano composto un disco che avrebbe segnato la storia dei Green Day e la storia di una generazione di ragazzini come appunto il biondo e il moro.

Quando penso a quando è nato questo progetto, tornando con il pensiero agli innumerevoli tentativi di formazione, regolarmente abortiti per le ragioni più svariate, fino al risultato finale, riflettendoci veramente bene, mi rendo conto che i Bastards of '69 sono nati in quel garage, quell’estate. Ha avuto un parto lunghissimo, che è passato attraverso Insomniac, Nimrod, Warning, American Idiot e 21st Century Breakdown. Ma quel chiodo, piantato in profondità nei ricordi e nell’anima, è sempre rimasto, e ha contribuito a forgiare il musicante di oggi, aggiungendo probabilmente quella sana dose di "ribellismo" che nella vita non dovrebbe mai mancare!

E' stata proprio quella passione, quel "chiodo fisso" a farmi continuare la ricerca di musicisti in primis, ma anche di nuovi amici, con la stessa voglia e la stessa passione per i Green Day. E così nell'estate del 2015 conosco Alberto e assieme capiamo subito che stiamo andando nella direzione giusta. Le idee sono chiare, la voglia di far bene è tanta... ed ecco che si aggiunge anche Guido alla batteria. Iniziamo così da Trio, proprio come i Green Day agli inizi, ma capiamo fin da subito che ci serve il supporto e la sonorità di un'altra chitarra. Paolo risponde all'appello e da quel momento, l'ascesa di qualità è esponenziale.

La nostra passione (direi quasi maniacale) ci permette di macinare canzoni su canzoni, di cogliere i dettagli più nascosti nelle profondità degli album, di esaltarli e di rendere vero omaggio ai Green Day. Lo facciamo per loro, per cercare di "ringraziarli" per le emozioni provate negli anni; per noi, perchè suonare le loro canzoni ci piace e diverte tantissimo; e per voi, nostri e loro fans, che da quando abbiamo iniziato continuate a crescere in numero e "qualità", dandoci veri consigli e regalandoci emozioni indescrivibili.

Quel "chiodo" che si è conficcato nella pelle quell'estate del 1994 è ancora ben saldo, continua a scendere più in profondità... e vi assicuro che non fa male, ma anzi... tanto tanto bene!